Tiberio, pittore nero, inaugura la sua mostra il 1°maggio all'albergo Palácio Quitandinha. In quell'occasione, il professore Arthur Ramos scrive: “Wilson Tiberio è il restauratore della tradizione africana nell'arte nera in Brasile. E' pur vero che, radicato nel suolo del Nuovo Mondo, non può rinegare le forme europee di espressione pittorica. La scelta dei temi indica un' arte a sfondo sociale, quasi tribale. Guarda verso la collina, le serve di ambiente per le scene della vita quotidiana dei neri nei baraccopoli di Rio de Janeiro. Scene espresse con un vigore mai raggiunto da altri artisti. Tiberio era oltre. Ha dipinto e disegnato la vita dei neri nelle feste di Carnevale, nelle scuole di samba. Ha scoperto il segreto delle contorsioni musculari, della mimica, dell'attitudine statica particolare ai suoi personaggi. I dipinti rappresentando le macumbas mostrano il pittore in quanto erede del vecchio artista della tribù africana. Macumbas e cadomblés non servono di motivo esotico, di negritudine...Dipingere è per Tiberio un atto essenziale, in contatto intimo con la vita sociale e religiosa del nero che sia originario di Rio o di Bahia. Tiberio non cerca nelle danze e rituali uno stimolante artificiale per le sue emozioni dette artistiche, ma va trovare i suoi fratelli di colore perché è nero, perché vuole capirli. Vuole far parte di quella comunità, inserirci profondamente. Tiberio è pittore nero ed è una storia sorprendente quella che ci racconta questo moderno “arokin” armato di matite e pennelli. |