Français Português Español Italiano English 

Vita

Il pittore afro-brasiliano Wilson Tiberio nasce il 24 novembre 1920 a Porto Alegre in Brasile, in una famiglia di sei figli.
Ben presto si manifesta in lui la passione per il disegno. Copia immagini.
Suo padre non sopporta di vedere il figlio dedicarsi a quell'attività che prende sempre più spazio nella vita del giovanotto.
Sua madre muore di tubercolosi all'età di trentotto anni.
Lui ha nove anni. Rimane inconsolabile. Il nuovo matrimonio del padre, qualche anno dopo, rende la perdita ancora più dolorosa.
Si fa più vivo il fascino per l'arte. Cresce la violenza familiare. Sono sempre più frequenti i castighi corporali su quel figlio che vuole diventare pittore. A sedici anni, fugge e lascia definitivamente la famiglia.
Inizia il suo apprendimento artistico a Rio, Bahia, Sao Paulo dove espone le sue opere. Sono rapidamente radicate nella vita sociale della popolazione afro-brasiliana: balli popolari, favelas, ritratti dei ridotti al silenzio, l'inesistenza nell'oppressione e la miseria ai margini della società brasiliana.
I rituali: il Vudù, la Macumba, temi prevalenti dei suoi primi dipinti, sono all'origine della ricerca verso le sue radici africani.
La fortuna di poter accedere a quella fonte gli è data in occasione di una mostra. Le sue opere attirano l'attenzione di un consigliere culturale dell'Ambasciata di Francia. Una borsa gli sarà proposta per l'anno 1947/48. Proprio cosi viene a Parigi per perferzionare la sua tecnica pittorica.
Parigi fu il punto di partenza per la scoperta e la conoscenza dell'Africa.
Soggiorna in diversi paesi dove l'arte si mescola con la politica. L'Africa coloniale gli manifesta ostilità: ne sarà espulso. L'Africa neo-coloniale porta solo una maschera che una volta gettata, svela il vero volto. La Costa d'Avorio gli riserva la stessa sorte. Nel 1966, il Festival delle Arti Negre di Dakar l'accoglie calorosamente. Soggiornerà cinque anni in Senegal. Nel 1971, il cantore della Négritude (Negritudine) lo caccia, espulsandolo per motivi politici. Ma l'Africa rimarrà sempre al cuore delle sue preoccupazioni artistiche per la sua bellezza e le sue lotte. Sarà onnipresente in tutti i suoi dipinti e sculture.
Dal 1971, soggiornerà a lungo in Italia, a Roma dove continua l'opera pitturica nella sua ricerca artistica.
Arricchito dall'esperienza africana dove risuonano gli echi del mondo, in particolare quelli dell'America latina, protesta, manifesta con il pennello. Cosi nel 1973 appare un grande dipinto sulla tortura in Brasile.
Alla fine degli anni Ottanta, Tiberio torna in Francia. Rimarrà nel Vaucluse fino al 20 luglio 2005 quando muore.
Lascia due figlie, Gisèle e Sonia.





Site web créé avec Lauyan TOWebDernière mise à jour : mercredi 25 mai 2011